Var Digital Art 2022

Digital Soul

Anche l'anno scorso, Var Digital Art è stato tra i protagonisti della Convention Var Group che si è svolta al Palariccione il 20 e 21 ottobre 2022, proponendo due progetti che hanno approfondito il concetto di Digital Soul, attraverso l'impiego di Intelligenza Artificiale e tecnologie digitali, ponendo costantemente al centro la sensibilità in rapporto al mondo digitale.
Digital-Soul-Cover

Tunnel Immersivo

Un display eccezionale lungo 9 metri costituito da grandi ledwall che lo spettatore potrà percorre vivendo un’esperienza immersiva e sorprendente.

Il tunnel rappresenta uno Stargate tra il mondo fisico e quello digitale e simboleggia un viaggio nel tempo, tra presente, passato e futuro,  attraverso i molteplici significati restituiti dalle opere degli artisti Leonardo Petrucci, Pamela Diamante e Matteo Basilè che si alterneranno durante i due giorni di Convention.

Generate Celestial Bodies: Exercises in Style
by Pamela Diamante

Il video è una riflessione sul futuro dell’advertising e sulla volontà di alcune startup di trasformare il cielo in un immenso cartellone pubblicitario attraverso l’utilizzo di un display orbitale che sponsorizzerà i più importanti brand della società dei consumi. Se l’antropocentrismo insito nell’uomo riserva un futuro del tutto distopico in cui il risplendere di stelle millenarie sarà offuscato da insegne luminose, la privazione del senso di sublimazione derivante dal misurarsi con l’infinito, annullerà anche il rapporto trascendentale nel connettersi con la coscienza dell’esistenza e in questa alterità mostruosa sarà come divenire ciechi d’innanzi l’infinito. Nel brano che accompagna il video, realizzato con il compositore Marco Malasomma, un non vedente descrive le emozioni che provava osservando il cielo stellato.

Vortexy
by Leonardo Petrucci

VORTEXY è un’animazione in loop della galassia M51, nota anche come Galassia Vortice, la quale viene rapidamente trasformata in un insieme di cefalopodi tramite un software di Intelligenza Artificiale.

L’andamento spiraliforme si aggiunge ad un ingrandimento del nucleo della galassia fino a divenire un mare di inchiostro nero ed infine paesaggio marino.
Il punto di contatto tra l’universo e gli abissi è la chiave di lettura di gran parte della ricerca di Petrucci, legata indissolubilmente al mondo alchemico.

CO,
by Matteo Basilè

Due video contengono un ensemble di quadri digitali legati al tema della Celeritas, intesa come elogio alla lentezza da una parte e alla velocità dall’altra, dove in un perfetto equilibrio fra comunicazione umana e tecnologia, si rivive insieme in gesti semplici e antichi come un abbraccio, un sorriso, uno sguardo o uno sfiorarsi.

Oggi come non mai c’è bisogno di amore, bellezza e storie che raccontino di Noi. Noi Italiani, Noi che ogni giorno ci trasformiamo in poeti e navigatori, tra Hashtag e Megabyte percorsi sulle autostrade digitali; Noi che con la nostra storia ridisegnamo la mappa umana di una civiltà millenaria proiettata nel futuro; Noi che abbiamo bisogno di rimanere connessi alla vita sempre, ovunque e meglio. Basilé intitola queste opere per VDA con la formula ‘C0’, che indica, attraverso la regola della relativi-tà ristretta, la velocità massima a cui può viaggiare tutta l’informazione nell’universo. Di fronte a questi dipinti da 600 fotogrammi al secondo, si rimane folgorati dalle atmosfere rarefatte e senza tempo, dove i personaggi sono immortalati in quel momento unico e irripetibile del ritrovarsi, salutarsi ed emozionarsi.

Gli artisti

Scopri gli artisti che hanno partecipato al VDA 2022 e leggi le loro biografie
Leonardo Petrucci
Grosseto, 1986
 Si forma all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si laurea nel 2009 con una tesi sul rapporto tra arte e alchimia, ambito che ancora caratterizza la sua ricerca. Dal 2012 lavora nel suo studio presso il Pastificio Cerere nel quartiere di San Lorenzo a Roma. La sua ricerca artistica si concentra attorno a tematiche che da sempre affascinano l’essere umano, date le proprietà mistiche e simboliche che possiedono materie come la Geometria Sacra, l’Alchimia, la Cabala e l’Astrologia. L’aspetto fondamentale nelle sue opere è la capacità di intrecciare tra questi campi, tematiche più contemporanee e scientifiche, come la Biologia, la Fisica Quantistica e l’Astronomia, attribuendo così un aspetto di maggiore veridicità alla visione d’insieme.

Pamela Diamante
Bari, 1985


Ex Caporal Maggiore dell’Esercito Italiano, si diploma in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bari nel 2016. Vive e lavora a Bari.
L’approccio metodologico di Diamante è caratterizzato da una costante analisi critica dei fenomeni che producono un’alterazione percettiva nel nostro quotidiano, presenti nel mondo naturale, antropico, nelle nuove tecnologie e nell’impatto dei flussi di informazione. Le opere si presentano come dispositivi simbolici in cui è l’impianto concettuale a determinare i linguaggi rappresentativi che l’artista tende spesso ad ibridare, pur mantenendo per ogni elemento presente nell’opera le sue referenze di senso.

Matteo Basilé
Rome, 1974
Inizia la sua carriera a metà degli anni ’90 ed è tra i primi artisti in Europa a fondere arte e tecnologia. La ricerca di Basilé riesce a conciliare in maniera inconfondibile idee apparentemente inconciliabili come bello e grottesco, come reale e surreale, naturale e artificiale. Esplorando la natura dell’essere umano, l’artista sviluppa una narrativa suddivisa in capitoli successivi: Quel che resta della Transavanguardia (2006) The Saints are Coming (2007), Thisoriented (2009), Thishumanity (2010), Landing (2012), Unseen (2014), Pietra Santa (2016), Viaggio al Centro della Terra (2017) Stardust (2018), Memento (2019), Mnemosyne (2021) Hybrida (2022). Una serie di passaggi indipendenti in cui l’artista affronta la sua percezione dell’esistenza.
La ricerca di Basilé si evolve come un’interfaccia tra Oriente e Occidente (l’artista ha vissuto quasi 8 anni nel sud est asiatico), in una dialettica che opera come una collisione situata tra tradizione e modernità, tra sacro e profano. In tal modo, il glossario di Basilé non si fonda unicamente su segni e valori (per quanto atemporali e multiculturali), ma comprende altresì un linguaggio totalitario in cui il connubio tra sogno, fantasia e realtà non è più il mero soggetto dello scatto fotografico ma incarna una narrazione universalmente riconoscibile e soprattutto senza limiti di percezione. La sua profonda indagine del Sé, dell’Altro e dell’Altrove non solo corrisponde profondamente alla sua personale esperienza di vita, ma affronta allo stesso tempo il senso dell’esistenza nel contesto delle dinamiche che definiscono il moderno processo di globalizzazione. Vive e lavora a Roma.
La sua ampia attività espositiva si articola in numerosissime mostre personali e collettive presentate a partire dal 1994 a oggi, presso gallerie d’arte, musei e luoghi istituzionali in Italia e all’estero.
Nel 2009 è stato uno degli artisti invitati a esporre al Padiglione Italia per la LIII Biennale d’Arte di Venezia. Nel 2008 è invitato alla 15° Quadriennale di Roma.

Opera Collettiva

Un’opera d’arte corale e inclusiva aperta a tutti coloro che hanno partiecipato o seguito la Convention! Digital Soul, di Antonio Barbieri, frutto della rielaborazione dell’esperienza vissuta durante l’evento e presentata a novembre. Nata dal contributo dei partecipanti e dal supporto della tecnologia e dell’Intelligenza Artificiale. L’artista ha rielaborato le parole chiave scelte dal pubblico per riproporle in forma d’arte.
Antonio Barbieri

La sua ricerca si propone di analizzare i cambiamenti della forma; come essa interagisce con l’ambiente, si costruisce, si struttura e come si modifica nel tempo e nello spazio. Nei suoi lavori c’è una fortissima componente tecnologica che spesso viene celata. Essa rimane in sottotraccia ma è centrale per lo sviluppo di un certo tipo di visione e per catturare suggestioni che altrimenti rimarrebbero inespresse.

Tale ricerca gli impone di scandagliare tematiche e discipline molto diverse tra loro. Ogni volta che aggiunge un nuovo sottolivello di ricerca, l’artista deve necessariamente strutturare un processo di lavoro da zero, questo lo porta ad ampliare moltissimo la sua gamma di conoscenze scientifiche e tecniche.

Da qui lo studio dell’evoluzione applicata agli alberi filogenetici oppure, la costruzione di ipotetiche forme naturali che emergono dalla fusione di elementi reali, allo studio della disposizione dei legami atomici di alcune molecole legate alla colorazione delle piante. Questo grado di multidisciplinarità lo porta ad avere un approccio alla materia molto eterogeneo e a sperimentare materiali diversi.

Ne derivano lavori con una forte componente tecnologica ma sempre legati a una certa tradizione iconografica.

Negli ultimi anni si focalizza sulle forme naturali derivate dall’acquisizione di dati e in generale su temi che sviluppino e facciano emergere le linee di forza della forma in un contesto evolutivo e universale.